Le fasi del travaglio



Per un parto naturale


Conoscere effettivamente ciò a cui si andrà incontro al momento del parto è molto utile sia per essere consapevole di cosa avviene dentro e fuori di voi, sia per viverlo senza troppe ansie. L’esperienza del parto resta indescrivibile, unica e meravigliosa, soprattutto se siamo noi mamme a scegliere come partorire, e non ci ritroviamo in balia del volere altrui.
Io ho avuto la fortuna di essere seguita da una bravissima ostetrica, ho volutamente evitato induzioni di parto, ossitocina, epidurale, e quant’altro. Consiglio a tutte di provare a vivere questo momento magico senza induzioni innaturali, e fidarsi della natura che ha predisposto già tutto per una nascita senza violenza  

Come inizia e quanto dura il travaglio


La durata del travaglio è molto variabile e dipende da donna a donna e da gravidanza a gravidanza. Alla prima gravidanza potrebbe durare 12-24 ore. Meno alle successive.
Personalmente ho fatto una ventina di ore di travaglio con la mia prima figlia, una quindicina con il secondo, e 4/5 con il terzo.
In ogni caso sono stati tre parti molto diversi, ognuno emozionante e magico.



La prima fase del parto viene definita prodromica



Solitamente si stenta a riconoscere questa prima fase … semplicemente perché non è mai stata ripresa nei film: iniziano subito con la rottura delle acque o con contrazioni fortissime!
Durante questa fase, spesso le ossa fanno male come quando si ha l’influenza. Abbiamo una sensazione di nausea, vomito, o comunque di malessere generale. Se ci sono perdite di sangue vuol dire che il collo comincia a modificarsi.
Le contrazioni iniziano con un dolore a cintura nella parte bassa dei reni e della pancia (simili ai dolori mestruali), oppure come delle stilettate sulle gambe e i nervi sciatici.
Questo malessere e questo tipo di contrazioni possono iniziare anche due giorni prima di partorire. Si tratta comunque di contrazioni irregolari, e sono tutti segnali di preparazione al parto.

Fisiologicamente le contrazioni sono di minore intensità durante la notte e più forti la mattina.
Nei giorni o nelle ore precedenti il parto, inoltre, avviene la perdita del tappo mucoso. Quando si perde il tappo, il bambino si centralizza e si colloca nel canale del parto.
Ora vi descrivo nel dettaglio la consistenza di questo tappo, che è piuttosto abbondante e gelatinoso. Denso, di color giallastro, a volte tendente al marrone, a volte striato di rosa o con goccioline di sangue. Da non confondere, come ho fatto io, con le normali perdite vaginali (in questo periodo più abbondanti, ma comunque trasparenti, e molto più liquide rispetto al tappo).
La perdita del tappo può avvenire tutta insieme oppure a blocchi, in giorni diversi.
Dopo la perdita del tappo mucoso passare ancora tre/quattro giorni, ma si tratta comunque di un altro segnale che indica che il corpo si sta preparando al grande evento.



Durante la fase prodromica si può mangiare, riposare (se si riesce, tra una contrazione e l’altra) ma soprattutto è importante bere molta acqua zuccherata, tisane, eccetera (lo zucchero stimola il travaglio).
L’ideale è poter fare un massaggio, o un bagno caldo, che aiutano a rilassarsi e ad attenuare le contrazioni.
Pian piano le contrazioni saranno sempre più intense, fino ad arrivare alla fase dilatante.
Nella fase prodromica le contrazioni avvengono ogni 7/8 minuti e durano circa 30 secondi.




La fase dilatante:

Nella fase dilatante le contrazioni durano 50/60 secondi e si susseguono ogni 2/3 minuti.
Durante questa fase il collo dell’utero è raccorciato ed appianato, fino a ridursi completamente e a portarsi in posizione centrale.
Quando la fase dilatante ha inizio, la dilatazione è di 2/3 centimetri, e potrebbe arrivare a dilatazione completa (10 centimetri) anche nel giro di un paio d’ore.
Generalmente chi ha una fase prodromica lunga, ha poi un bel parto breve. Ma attenzione, perché esistono anche donne che hanno da subito contrazioni ogni 3 minuti, e quindi passano subito alla fase dilatante (ne conosco poche … fortunate!).
Le posizioni verticali favoriscono la discesa della testa del bambino verso il canale del parto.
Durante questa fase:
-      Le contrazioni diventano più basse e più dolorose (a volte si sente male anche sull’esterno coscia)
-      Possono verificarsi episodi di vomito ai 3 cm di dilatazione e anche a dilatazione completa (è normale, no panic)
-      Può verificarsi una perdita di sangue notevole ai 3 cm e ai 7/8 cm. Si dice che la donna “marca”, e vuol dire che il travaglio procede bene.
-      Sensazione di peso verso il basso
Durante la fase dilatante riusciamo a sopportare meglio il dolore delle contrazioni se ci rannicchiamo sul letto, sul fianco, o restiamo accovacciate in posizione fetale.
Il partner può dare sollievo alla partoriente premendo con un massaggio vigoroso sulla parte bassa della schiena (nel mio caso doveva premere su quei punti con i pugni e tutta la sua forza ;).
Dopo un po’ di tempo in queste condizioni (che sembra infinito, ma per fortuna, non è molto lungo), la testa del bambino, ruotando, preme  sull’elevatore dell’ano, che dà lo stimolo a spingere.
Dal momento in cui compaiono le prime spinte ha inizio la fase espulsiva.
Se siete in ospedale, quando si iniziano a vedere i capelli del bambino, dalla sala travaglio vi portano in sala parto e voi potete dirvi: “coraggio, è quasi finita”. Tra poco conoscerete la vostra creatura.



La fase espulsiva:

La cosa più brutta di questa fase – se siete in un ospedale tradizionale – è che sarete sdraiate sul lettino “del ginecologo”, che secondo me è quanto di più innaturale per questo momento!
Se non potete restare in posizione verticale o accovacciate (the best), cercate almeno di puntare i piedi contro i gambali, invece di farli penzolare come dei salami. Il peso sulla pianta del piede aiuta molto durante l’espulsione.

Un consiglio molto importante nella fase espulsiva è quella di non dire subito che vi viene da spingere quando iniziate a sentire le prime spinte - che sono sulla parte centrale del perineo, sulla vescica. Basta aspettare pochi minuti, e solo quando sentite che la spinta viene dall’ano (lo sentite chiaramente, perché è esattamente lo stesso stimolo di quando si va di corpo), solo allora si tratta delle spinte giuste.
Altro consiglio prezioso: mentre spingiamo è meglio sollevare il bacino e il sacro verso l’altro (naturalmente lo si può fare solo se i piedi sono puntati sui gambali) per agevolare la fuoriuscita del niňo senza lacerazioni.
A questo punto è fatta: a volte il bambino esce in una sola spinta, altre volte la testa esce alla fine della contrazione-spinta, per cui bisogna aspettare quella successiva per ultimare l’opera.
Cosa sente la madre durante le spinte? Dipende da cosa succede. Io ho sentito questo:
1.    Cecilia uscendo mi ha un po’ lacerato, per cui ho il ricordo molto vivido di una sensazione di bruciore mentre lei usciva. Niente in confronto ai punti che mi hanno dato dopo (all’epoca avevo fatto poco e male la preparazione del perineo :(
2.    Con Giacomo mi sono stupita di non aver sentito dolore durante le spinte, ma una sensazione di liberazione. Poco male durante il suo passaggio. Nessuna lacerazione, nessun punto: quasi non ci credevo!
3.    Con Tommaso ero in piedi e lui è scivolato fuori velocemente. Non capivo cos’era quella sensazione di liscio che sentivo sgusciare da me: è nato nel suo sacco ancora perfettamente integro, e vi assicuro che è una bellissima sensazione. Quindi, se il sacco del vostro bambino non si rompe prima naturalmente, fate di tutto per non farvelo rompere. Dicono che chi “nasce con la camicia” sarà fortunato nella vita. Io dico che lo è anche la mamma che lo partorisce :)




Infine, io vi consiglio di chiedere (dovete insistere: in ospedale hanno sempre fretta!) che il cordone ombelicale venga tagliato il più tardi possibile, per consentire al bambino di avere un apporto di ferratina superiore. C’è anche la pratica del Lothus Birth, che consiste nel lasciare il bambino attaccato alla placenta fino a quando il cordone si separa in modo naturale dall’ombelico del bambino (all’incirca dopo tre o quattro giorni dalla nascita).
E’ sicuramente un grande dono per il bambino, che in questo modo può ricevere tutta la quantità del preziosissimo sangue placentare che è presente alla nascita e che la natura ha previsto per la costituzione del sistema immunitario. Dovete però essere in grado voi mamme di gestire il neonato con cordone e ciotola + scolapasta per la placenta … Io non so se ci riuscirei.


I primi secondi di vita del vostro bambino non li dimenticherete mai più: il suo sguardo, il suo odore, il suo corpicino caldo. Tutta la fatica che avete fatto per arrivare a questo … diventa sopportabile :)

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