Questa
scena la devo proprio scrivere! Dovesse succedere che col passare degli anni me
la dimentico, non me lo perdonerei ….
Giovedì
pomeriggio. Si avvicinano le 17.30, ora in cui devo uscire per andare a
prendere Tommaso a calcio. Tra non molto Lucia si sveglierà perché ha fame,
dovrebbe mangiare tra 10/15 minuti circa, ma ora è così tranquilla che se la
vesto e me la porto fuori inizia a strillare e vuole anticipare.
Ci
penso un attimo. In casa ci sono Cecilia e Giacomo: lei deve studiare scienze,
altrimenti non può uscire con i suoi amici; lui è rilassato sul divano con le
sue carte Pokemon.
Ci
provo. “Giacomo, io esco un attimo a prendere Tommi. Sto fuori 10 minuti al
massimo, te la senti di guardare tu Lucia? Se piange la calmi, che poi arrivo”
“Ok
mamma”.
Volo.
Ma arrivata alla palestra realizzo che il mister non conclude la lezione
puntuale per far finire la partita … e arrivano le 17.40. Una volta cambiato
faccio pedalare Tommaso velocissimo, e già mi immagino che gran casino trovo
quando torno a casa, con la piccola disperata, Giacomo che non riesce a
calmarla, Cecilia che non riesce a studiare, e chissà cos’altro ….
Invece,
appena entrata sento il rumore della cappa (è un sistema che usiamo per calmare
Lucia), e vedo Cecilia che cammina con in braccio sua sorella addormentata,
mentre ripete scienze a Giacomo, che la interroga con il quaderno aperto.
Sogno
o son desta?
Quando
l’ho raccontato a William lui ha commentato che questo aiuto reciproco è uno
dei vantaggi delle famiglie numerose.
P.S.
Quella stessa notte siamo stati male quasi tutti per l’influenza intestinale.
Vomito ovunque. Mentre ciondolavo da un bagno a una stanza per pulire lo schifo
pensavo che anche questo fa parte della nostra famiglia numerosa :-P
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